Lettera del Parroco in occasione della festa del Santo Patrono di Villanova, anno 2017
Cara Villanova, ti scrivo.
Cara Vilanova,
sono un tuo cittadino che ti scrive.
Mi sono soffermato, in questi giorni, a guardarti meglio: per me sei grande, vasta, spaziosa, ma se ti penso rispetto a Guidonia, sei una frazione; se ti penso rispetto all’Italia, sei un fazzoletto di terra; se ti penso rispetto all’Europa, sei puntino su google maps; se ti penso rispetto al mondo, nemmeno ti trovo.
Allora cos’è che ti fa grande al mio sguardo? È che io, su questo pezzo di terra, in Villanova, ci abito, ci lavoro, ci vivo. Un tratto della mia storia si è incontrato con te. Qui ho casa perché –come per tanti- l’ho ricevuta in dono, da altri, prima di me. Qui sono chiamato a vedere la tua bellezza perché per me sei grande, la mia città, la mia terra, il luogo dove io vivo. Avrai le tue rughe, avrai le tue mancanze, i tuoi difetti, certamente! Ma in realtà tu sei solo e semplicemente terra. La tua bellezza dipende, in realtà, da noi che ti abitiamo. Siamo noi che possiamo renderti bella, splendente, accogliente, oppure brutta, sporca, abbandonata. Sta a noi: non dipende da te!
Cara Villanova,
chi ti scrive è un cristiano.
Ho visto in te la presenza di Dio: con forme diverse, diversi modi di pregarlo, diverse religioni che un tempo erano a noi lontane.
Ho visto che in questo pezzo di terra Dio ha una casa, la Chiesa: un luogo dove ci si incontra per lodare e celebrare il Signore.
Ho visto in Villanova la presenza di Dio anche in tanti cristiani, per fortuna non perfetti, perché appaia che la salvezza non viene da se stessi, ma dal Signore.
Ho visto la presenza di Dio in tanti ammalati, sofferenti, persone sole, che vivono a volte in situazioni di disagio economico, disagio sociale, disagio culturale. Ho visto la presenza di Dio in tanti che –magari senza saperlo- fanno del bene aiutando il prossimo, persone che aiutano chi è nel bisogno, che si rendono disponibili.
Cara Villanova,
chi ti scrive è colui che Dio ha mandato, attraverso il Vescovo, ad essere Pastore del popolo cristiano, come Parroco.
Ti scrivo perché ho un compito in te, nel tuo territorio, che è quello di far conoscere Dio a persone concrete, un Dio presente nella loro storia, misericordioso nei loro sbagli, a volte invitando a ravvedersi, altre volte incoraggiando ad andare avanti, ed ancora, a volte sbagliando pure io, ma insieme ci rialziamo e riprendiamo il cammino.
Ti scrivo per ricordarti che la Chiesa ti ha dato un Patrono: un Santo in Cielo che davanti a Dio parli di noi, preghi per noi. E che Santo!!! E’ San Giuseppe che possiamo venerare come sposo della Beata Vergine Maria, custode di Gesù, protettore della Chiesa, sostegno della famiglia, ma per noi, il più bel titolo è “artigiano”: patrono ed esempio dei lavoratori.
Cara Villanova, nel giorno a lui dedicato, il 1° maggio, tutti lo festeggiano: ti vesti di colori, di musica, di balli e di gioia. Tutto maggio: un mese di festa!
Non pretendiamo che sia come le feste “di una volta”: quelle di una volta sono passate. Sono un ricordo. E con i ricordi o la nostalgia non si festeggia: la festa del 2017 deve essere pensata, organizzata, realizzata concretamente.
E sarà unica e irripetibile: potremo farle, in futuro, più belle o più brutte; ma questa è la nostra, la festa di quest’anno, una bella occasione per stare insieme, uscire, rendere visibile la tua e nostra bellezza.
È bello vivere qui, cara Villanova.
Don Andrea, vostro Parroco